Dai racconti di Agostino Celli, il contadino che per 24 anni ha lavorato il podere di Pian del Bosco, fino al 1958, veniamo a conoscenza di parte della storia della casa. Il podere che a quei tempi di estendeva su 24 ettari, dava meno guadagno della paga di un minatore, nonostante offrisse viveri per la vita quotidiana dei dintorni.
Oltre a ciò, Pian del Bosco era una stazione di monta taurina, con licenza per ben cinque razze pure di tori, dei quali Celli, ricorda tuttora i nomi. Il più grosso e possente pesava tredici quintali e mezzo, di nome Ergom, appartenente alla razza Romagnola. Altre razze erano: Mezzo Maremmano, Marchigiano, Olandese e Bruno Alpino.
Indipendentemente dal fatto che la vita era abbastanza dura anche perchè i trattori non esistevano ancora, si organizzavano dei veglioni nel granaio, aperti a tutti, particalarmente nel periodo del raccolto e in quello invernale, dove in compagnio della fisarmonica, si mangiava, si beveva e si ballava fino alla mattina. Dopo decine di anni di abbandono è ritornata la vita a Pian del Bosco. Da ora in poi sono gli ospiti a dare un senso nuovo all'anima della casa. Desideriamo che oggi la nostra ospitalità soddisfi i desideri degli ospiti come allora.
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